12 agosto 2009
primo probabile avvistamento della luna
rimpiangere un attimo della propria vita. rimpiangere quel che non si è fatto. una sola parola avrebbe potuto cambiare tutto. oppure uno sguardo dilatato nel tempo. invece si resta immbili, di ghiaccio. hai ragione tu, siamo appena usciti da situazioni troppo pesanti e adesso tutto ci sembra peggiore. o forse è solo la paura di ritornare ad avere tutto. la paura di perderlo nuovamente. quindi continuiamo a trattenere il respiro anche in altri mari. la voglia di aprire la bocca e ingoiare e assaporare. e l'istinto alla sopavvivenza che impara dalle ferite passate. ma chi non ha paura di vivere se ne frega della sopravvivenza. punta ad avere sempre tutto e al massimo. ogni sensazione, ogni gioia o dolore. ma in alcuni casi continua a ripetersi che è meglio iniziare dalla prossima volta. che forse è meglio continuare a temporeggiare. a nascondersi al sicuro e osservare da lontano. che per oggi è bene accontentarsi del minimo. pensare una cosa e farne un'altra. volere una cosa e lasciarsela sfuggire di mano per paura. poi non resta che accontentarsi. ma se non più neanche della luna, di cosa? di nulla. forse è meglio restare ad aspettare l'inizio di una nuova notte senza altre stelle.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Distruggere tutto. Non riprendo mai da ciò che è iniziato per innalzare sopra la mia costruzione. Distruggo tutto. Batto la terra con le mani per assicurarmi che non ci sia altro e inizio a costruire. Alcuni mi dicono che sono pazza, che farei prima a continuare dove altri hanno lasciato e magari sistemare o restrutturare. Io distruggo e rialzo.
RispondiEliminaE' carattere credo. E' l'insofferenza ad utilizzare il desiderio di un'altra persona che poi ha lasciato incompiuto o nel realizzarlo è morta.
E quando poi arrivo a finire la mia costruzione, pongo l'ultimo mattone di traverso, senza calce, appoggiato la. Non la termino. Già. La realizzazione di ciò a cui si aspira fa paura. E dopo? cosa ci sarà? A cosa dedicherò la mia vita se per tanti anni l'ho dedicata a questo? E si scopre di aver dato un senso sbagliato alla vita. Si scopre di aver preso i binari sbagliati. Si tende a dare la colpa a chi ci è stato accanto perchè non ci ha guidato, indicato, elargito. Siamo noi che abbiamo scelto questo, il più delle volte. Ne sono convinta. Come sono certa che se avessi saputo che nella vita non esiste solo una strada da seguire, ma ne esistono mille e le avessi conosciute, me le avessero mostrate, ora non sarei quà. Non è detto che io starei meglio, nell'altra strada. Ma l'avrei scelta io e non mi sentirei un bel pacco preconfezionato gettato sul tavolo degli sposi. Avrei camminato verso la mia strada, avendo timore di quello che desideravo, di ciò che bramavo, di cosa andavo incontro. Ma sarai stata viva, avrei vissuto come ora mi accorgo di saper fare, che si confà al mio essere, al mio modo di vivere al mio pensiero.
Ma ora tiro una linea e penso.
_________________________________________
Ora sono quì, dove posso andare?
Rimpianti,occasioni perdute,scelte sbagliate ,certo nascere saggi per vivere la propia vita ci farebbe ottenere il massimo che possiamo avere col minimo sforzo e evitandoci tanti dettagli spiacevoli.Ma non è così,nasciamo vuoti,da esperienze,da dolori,da piaceri e li scegliamo e li facciamo nostri lungo il cammino,indietro non si torna,il passo dopo è la nuova vita,il nuovo uno e quello che hai vissuto fino aquesto momento nel bene e nel male è il massimo che ti sei prefisso di avere.Ora si va,e poi ancora.
RispondiEliminain questo caso, il rimpianto è durato solo qualche giorno. per una volta, lo stesso treno è passato due volte. comunque indietro non si torna, questo è vero. una volta sola nella mia vita questa regola non è valsa. alla fine non si è tornati indietro comunque e adesso la linea verrà tratta fra qualche settimana. il passo dopo sarà proprio quella nuova vita, quel nuovo UNO.
RispondiElimina