28 novembre 2010

"CHE BISOGNA ESSERE FOLLI PER ESSERE CHIARI"


ci sono questi palazzi enormi che sono come cattedrali moderne. e noi due a camminarci in mezzo per proteggerci dal vento e dalla polizia della gente per bene. parlando di progetti futuri che non riescono ad oltrepassarli e restano ad aleggiare improbabili a circa due metri d'altezza dall'asfalto ancora asciutto. le nostre vite in cassa integrazione per sei mesi un anno e poi chissà. la disintegrazione delle nostre insicurezze interiori. a colpi di abbracci e di discussioni vagheggianti su cosa penserebbe Pasolini della televisione di oggi. e di notte certi botti che non sai mai se sono fuochi artificiali lontani oppure spari sotto casa. girato l'angolo c'è un presidio al giorno di neodisoccupati e i neolaureati che ci passano davanti a testa bassa. lo sguardo ad un asfalto nero come il futuro ma poi chissà. magari a noi andrà meglio. che poi con tutte queste fabbriche abbandonate è un peccato che per noi non sia più tempo di rave. che sia sempre tempo di pagare l'affitto. per un altro inverno senza riscaldamento. per andare ai concerti con le bottiglie di vino nella tua borsa. che vivere costa sempre troppo e a volte noi non potremmo proprio permettercelo. dovremmo accontentarci di esistere. e i ritardi gli scontri questi eserciti di quattro cinque persone che se ci pensi bene siamo un po' in guerra anche noi. partiremo senza salutare e torneremo solo dentro a un libro. per rifarci ancora le anime e non avere più niente da invidiare a dio. per questi amori che sono una dichiarazione di guerra alle tristezze e alle solitudini indesiderate. una guerriglia suburbana per un irrinunciabile diritto ad essere. ci troveranno armati e inconsapevoli. ci sorprenderanno spensierati disperati e sorridenti. e non avremo scampo o forse chissà potremmo anche farcela.