10 febbraio 2011

"A CHE COSA PENSANO QUESTI UMANI FRAGILI?"


delle nostre immense distanze misurabili in centimetri. delle nostre chilometriche vicinanze. di quando te ne sei andata senza lasciarti dietro neanche un ciao. solo il tuo profumo su tutte le lenzuola e le tue impronte sparse per casa. oppure dei treni che partono puntuali solo quando dobbiamo dirci addio. e l’ultima sigaretta ha sempre un sapore un po' strano. per il tempo spietato che ci ha portati via. adesso che è iniziato questo processo irreversibile del diventare grandi davvero e magari riusciamo anche a farcela. noi che comunque a volte riusciamo ancora a trovare la forza per farli tremare. quando mi guardi in quel modo chissa' a che cosa pensi. chissa' a chi pensi. tra i palazzi schierati per proteggerci o per manganellarci meglio, bambina mia. e le tue cronache da un’Italia immaginaria. le mie parole indecifrabili. se ci nascondiamo dietro altri nomi perché siamo veramente diversi. se lei e lui prima o poi se ne andranno via perché questo paese sta' diventando invivibile. se vogliono avere ancora tanto di cui ridere insieme. se questo è il governo delle puttane che ci meritiamo e non è neanche la cosa peggiore che ci stanno facendo. non è neanche la cosa piu' nauseante che stiamo vivendo. sapendo che possiamo cadere ancora più in basso di cosi'. se mi ami ora e questo ora mi fa’ così tanto schifo. chiudi la finestra sbarra le porte dimentichiamoci di tutto e di tutti come se ci bastassimo a vicenda come se il mondo intero potesse sparire di colpo e non esistere piu'. come se invece non avessimo dentro quel non so cosa che ci fa’ interessare infuriare disgustare. penso che ho di nuovo i brividi e mi lascio prendere da domande inutili. e ti porterei a sorridere dove non siamo che noi.