29 dicembre 2010

E ADESSO PUOI RINCHIUDERTI NEL BAGNO A VOMITARE LE TUE POESIE


e infatti sono andati via tutti. a malincuore ed esalando un primo sospiro di sollievo. come si lascia la prima donna amata. come si lascia una madre ad invecchiare in un ospizio scadente. e noi testardi e folli idioti ancora innamorati del mare. figure in dissolvenza nel niente di fatto. mentre altri futuri e altri scontri esplodono nel cielo distillato della vostra calma apparente. si capiva a prima vista che si era trasferita a bologna dal senso di emulazione di gesti irripetibili che si portava addosso. e poi perchè tutti i suoi vestiti odoravano di fumo buono. di quello che noi non ci possiamo mai permettere. come i nostri obiettivi troppo costosi. accontentarsi. accontentarsi. accontentarsi. che poi quand'è che i soldi hanno iniziato ad essere un fattore così importante per le nostre vite? e il cielo è sempre più nero, altrochè. e la rivoluzione se è un gioco non possiamo più concedercelo. che la nostra è più che altro una vita violentata. e nonostate tutto ammettere di essere felici così come si ammette una colpa. per il ruolo che ci siamo scelti o che più semplicemente ci siamo ritrovati appiccicato addosso. come quando mi dici che il nero mi donava di più e allora non hai capito un cazzo. ma tanto il passato è come quelle parole su fogli impolverati che ritrovi in fondo ai cassetti e che non ricordavi neanche di avere scritto.

6 dicembre 2010

DI RICORDI INTERMITTENTI E DI FUTURI ABBOZZATI


e anche quando non c'è più niente da fare resta comunque tanto da dire. è la città che ci ingravida di parole. è questo amore che ci infebbra la vita. ed è quello che ti meriti. però ricordati dei nostri peccati passati e di tutte le volte che ci siamo squarciati le braccia nei quartieri neri. erano vie intitolate a uomini di stato poeti artisti santi e altri nomi di gente a noi sconosciuta. essere sinceri ed essere insensibili. l'inestimabile valore di questi pezzi di carta che non sanno volare. che ci venivano incontro le madri rimaste orfane di figli spariti ormai per sempre. essere spietati ed essere comprensivi. incomprensibile è questo bisogno di trovarsi da una qualche parte della barricata e non riuscire invece a vivere al di fuori di tutto senza averne paura. tengono i negozi aperti tutta la notte per noi che non abbiamo un centesimo. le luci di natale e le lacrime di dicembre per noi che non abbiamo un cazzo da festeggiare. arriverà un giorno e sarà interminabile. sarà per noi che parliamo da soli e per tua madre non ha più niente da raccontare. esplodono in terra quei nostri amori che ci sembravano epocali e invece erano solo un' ouverture tra l'altro male interpretata. e sopravviveremo ancora ai nostri ricordi intermittenti ai futuri abbozzati e ai versi delle canzoni come manganelli della polizia.