30 agosto 2009

ho tutto in testa


“Sono così dispiaciuto che tu non riesca a capirlo.
Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo.
E se sto gemendo di piacere
è che sarò vecchio, sarò passato, ma sto per venire"


28 agosto 2009

tutto passa e lascia un segno

tutto passa

tutto passa e lascia un segno
indelebile
l'eterno è morto
sepolto sotto il fiume del tempo
non restano che luoghi e momenti
ricordi sbiaditi e accatastati
è il momento di ripartire da sè
dall'unità minima
dai telefoni che non suonano
dalle notti solitarie
dalle corsie preferenziali
dalle soste momentanee
senza vincoli nè certezze
è il momento di ricominciare a prendere
senza preoccuparsi di dare
riprendere i vecchi vizi
ingozzarsi di vita fino allo sfinimento
dimenticarsi i nomi e le strade
anche quelle del ritorno
dove si dovrebbe ritornare?
non c'è più un luogo che ci appartenga
nè qualcuno ad aspettare
allora via
di corsa verso il nulla
a piedi nudi sull'asfalto bagnato
fermarsi un attimo
arraffare tutto e poi scappare
non c'è nessuno da tradire
l'abbondanza è quindi lecita
la varietà è la morte della noia
non dà spazio ai legami
nè permette la stabilità
e allora prego, c'è spazio per tutti
ma a nessuno è permesso di restare

26 agosto 2009

questa mancanza è solo un forte bad trip



chissà per quanto tempo ancora continueremo a piangere senza lacrime. con quel nodo in gola che non riusciamo a sciogliere neanche a tirarlo con i denti. chissà per quanto tempo ancora avremo bisogno di vomitare queste inutili parole. a rivedere sempre gli stessi filmati girati col telefonino di bassa qualità come i nostri ricordi che vanno via via sbiadendosi. se guardi bene mi trovi in prima fila. lontano mille bicchieri da come eravamo sprofondati bene. torturiamoci ancora un po' con le solite note prima di tuffarci di nuovo nel mare della vacuità. a ridere di schianto senza il minimo bisogno di profondità. che i ricordi degli ultimi mesi sono tutte foto dai coloranti tossici e sfumature alcoliche. prendere in prestito bottiglie intere e restituirle vuote ma tu non dirlo mai e non ci saranno problemi. e non dire mai a nessuno qual'è il segreto del nostro resistere a questo mondo. di come riusciamo a spegnere ogni pensiero e a trovare sempre qualcosa di cui ridere. dici che non mi facevi così volgare. beh, non mi facevi neanche che mi facevo. non mi facevi e non mi farai mai in tanti modi in cui invece sono. perchè non ne avrai mai la possibilità. la possibilità di lasciarsi vedere dentro è un privilegio che lasciamo a pochissimi eletti. quando succede neanche ce ne accorgiamo. ci entrano dentro senza chiedere permesso. è un'irruzione di cui a volte faremmo volentieri a meno. se solo sapessimo come andrebbe a finire. quando avranno visto come in realtà siamo. quando saranno riusciti a profanare ogni angolo nascosto delle nostre anime. per questo non si dovrebbe mai immaginare niente di nessuno senza aver prima sentito. ciò che ami non sono io ma l'idea che hai di me. quell'idea astratta che solo in parte corrisponde alla realtà. la nostra è saliva lisergica e a me va' di farmi ancora un po'. che mi va' ancora un po' di questi effetti: perdita di consapevolezza e lucidità psico-fisiche, contrazioni uterine, aumento della temperatura del corpo, elevati livelli di zucchero nel sangue, secchezza della bocca, accaponamento della pelle, diverse sensazioni della temperatura corporea (caldo e freddo), aumento del ritmo cardiaco, contrazione della mandibola, forte sudorazione, dilatazione delle pupille, alterazioni del sonno. per ricordarrmi che l'amore è una forma naturale di lsd.

più vivi di così si muore

confesso che mi tremavano le mani. era un riflesso istintivo dovuto a un sentimento troppo complesso a cui diamo spesso un nome troppo semplice. era per via di tutte le volte che ci siamo lasciati vincere dalle emozioni. mentre adesso abbiamo deciso di lasciarci perdere. per non cedere ancora alle nostre instabilità reciproche. per darci la possibilità di fuggire all'incapacità di restare sereni come il cielo di questa estate quasi sfinita. quest'estate che continuo a chiamare anoressica. ci sono momenti di attesa. periodi di transizione. vivere tre mesi in un luogo che sai di abbandonare quando questo mare tornerà a farsi rabbioso e questi cercatori di relax in affitto torneranno alle loro città aride. quando i vecchi pescatori si saranno liberati di questi rumorosi forestieri venuti dal continente. quando tutti voi partirete verso luoghi diversi e questi bar sulla spiaggia avranno per l'ultima volta sbattuto i battenti. l'attesa sarà finita e inizierà la ricerca. partire perchè manca l'aria. partire perchè non si riesce più a stare fermi. perchè c'è bisogno di nuove strade piazze banconi sfumature dialettali. c'è bisogno di nuovo fuoco per far ardere questa voglia di vita che non si riesce ad estinguere. allora, dove andare se non ai piedi del grande Vulcano. ad accendersi le sigarette con i suoi sputi incandescenti. a chiamarti e dirti qua è bellissimo non mi manchi affatto. a dirti che ho fatto bene a puntare in basso e non in alto come mi dicevi tu. made in Sicily e senza ancora il bisogno di autoesportarsi.per continuare a cadere. perchè il giorno in cui ci rialzeremo sia indimenticabile. perchè sia il culmine della nostra epopea personale. perchè non ci accontentiamo di una semplice storia noi ne vogliamo una così grande da sembrare una leggenda. e in questo tempo d'attesa quegli sguardi rapidi sono come spari.

20 agosto 2009

sarà colpa dei miei silenzi o delle nostre stupide incomprensioni. ma io lo sento il vuoto che ci divora dentro. che mastica i nostri affetti e poi divora tutto ciò che cerchiamo di costruire. siamo un cantiere aperto. uno spazio in continua evoluzione. ma dove ci porterà questo continuo trasformarsi? io non riesco a restare me stesso. la stasi è il male del nostro tempo e con essa l'eccessiva velocità. le vie di mezzo sono finite. e noi le odiamo più dei nostri opposti. sputiamo amore a denti stretti poi sussurriamo frasi inutili e apriamo la bocca per gridare a squarciagola che li odiamo tutti. quegli insignificanti esseri che respirano. le vostre scatole luminose. i cavi elettrici che ci attraversano. l'aria elettromagnetica che respiriamo. le emozioni senza fili che condividiamo. e che questo mondo è una merda. tutto questo perchè amiamo la vita. e usiamo le parole degli altri per dire ciò che non sappiamo dire. "siamo destinati a morire e va' bene così".

19 agosto 2009

le tue parole che appaiono sullo schermo del telefono mi danno dello stronzo ma chi se ne fotte. io parlo già un'altra lingua sulle scie chimiche della sera prima. alle nove del mattino questi bar hanno una funzione che disconoscevo. sul giornale ancora caldo il titolo: di rave party si muore. penso che se così fosse tenterei il suicidio quasi ogni sera. penso che se adesso scappassimo a Londra come abbiamo sempre sognato mi sembrerebbe una cosa così stupida. sarebbe come scegliere di essere felici per sempre. quindi resto in questo nostro inferno in riva al male. anche se più che abbronzarmi preferisco sbronzarmi. noi che siamo alcolisti dichiarati. noi che siamo tossici indipendenti. noi che non riusciamo mai a stare sulla corsia centrale. o andiamo piano a destra o sfrecciamo sulla sinistra noncuranti dei limiti di velocità. chissà da dove nasce questo bisogno di avere o tutto o niente. questa spinta verso la vita che ci brucia dentro. che ci fa contorcere le viscere come al vecchio Bonnot. e questa necessità insensata di scrivere non è voglia di condivisione nè ha l'obiettivo di portare le nostre parole a più persone possibili. tanto in pochi capirebbero. per noi scrivere è un dolore. scrivere è la cura. scrivere è svuotarci del veleno che abbiamo dentro. scrivere è vivere ciò che non possiamo vivere. scriviamo per cambiare ciò che non possiamo cambiare nella realtà. scriviamo per odio, per amore, per necessità istintiva. per sopravvivere. vendere ciò che scriviamo sarebbe come vendere noi stessi. tra non molto sarò anch'io una troia in bella mostra sugli scaffali della tangenziale libraia. già ti immagino cercare il mio nome anonimo tra i grandi nomi importanti. già ti immagino leggere ciò che ho dentro senza avermi mai conosciuto. poi vorrei che mi scrivessi. che mi scrivessi che scrivo di merda. perchè un Santo al Contrario ha bisogno anche degli sputi in faccia. per continuare a odiare. per continuare a scrivere.

15 agosto 2009

"chi vive nei sogni è sveglio solo se è in lui"

avevamo sogni tanto grandi da poter dormire una vita intera. e invece ci siamo svegliati di soprassalto con un grido assordante nella notte silenziosa. la vita ci ha presi di sorpresa. ci ha tolto di dosso le nostre calde coperte e ci ha sbattuti giù dal nostro morbido letto. e ora ci troviamo quì. spogliati di tutta la nostra innocenza. nudi al freddo gelido di in un mondo che non ci appartiene poi molto. come dici tu, ora tiro una linea e penso: ora sono quì, dove posso andare? ma quante volte lo abbiamo già fatto. abbiamo tirato chilometri e chilometri di linee ricominciando sempre tutto daccapo. ogni volta quel che ci resta è sempre la stessa cosa: noi stessi. ogni volta con un taglio in più, con un pezzettino di cuore in meno, con una nuova bruciatura di sigaretta sulla pelle. con un nuovo buco sulle vene. noi che ci facciamo di vita. noi che ci strafacciamo fino a sprofondare in quel tappeto rosso. ogni volta tiriamo una linea e poi ce la tiriamo su dal naso. perchè è sempre la stessa storia che si ripete fino alla fine. perchè siamo fatti così. perchè se avessimo saputo qual'era la strada giusta avremmo preso comunque quella sbagliata. e adesso aspetto che torni di nuovo settembre. ma non quello di tre anni fa, quello non tornerà mai più. perchè questa nuova linea tracciata deve restare lì, a separare il passato dal futuro, in questo presente incerto fatto non di soli nè di lune ma di stelle cadenti. splendide stelle ma pur sempre cadenti, che bruciano nel tempo di una sola notte. notti in cui si sogna ad occhi aperti, consapevoli che tutto finirà all'alba. e anche se si resta nudi non importa, siamo nel pieno di un'estate che non ha nessuno di tanto importante da farci sentire freddo. sono solo castelli di sabbia. il divertimento non sta nel costruirli ma nel distruggerli.

" sai quello che pensi e non sai quello che fai
odio negl'occhi, e la testa vuota
ma chi vive nei sogni è sveglio solo se è in lui "



12 agosto 2009

primo probabile avvistamento della luna

rimpiangere un attimo della propria vita. rimpiangere quel che non si è fatto. una sola parola avrebbe potuto cambiare tutto. oppure uno sguardo dilatato nel tempo. invece si resta immbili, di ghiaccio. hai ragione tu, siamo appena usciti da situazioni troppo pesanti e adesso tutto ci sembra peggiore. o forse è solo la paura di ritornare ad avere tutto. la paura di perderlo nuovamente. quindi continuiamo a trattenere il respiro anche in altri mari. la voglia di aprire la bocca e ingoiare e assaporare. e l'istinto alla sopavvivenza che impara dalle ferite passate. ma chi non ha paura di vivere se ne frega della sopravvivenza. punta ad avere sempre tutto e al massimo. ogni sensazione, ogni gioia o dolore. ma in alcuni casi continua a ripetersi che è meglio iniziare dalla prossima volta. che forse è meglio continuare a temporeggiare. a nascondersi al sicuro e osservare da lontano. che per oggi è bene accontentarsi del minimo. pensare una cosa e farne un'altra. volere una cosa e lasciarsela sfuggire di mano per paura. poi non resta che accontentarsi. ma se non più neanche della luna, di cosa? di nulla. forse è meglio restare ad aspettare l'inizio di una nuova notte senza altre stelle.

5 agosto 2009

"o meglio ancora, sparire qui"

"Vita mia noi due faremo grandi cose". poi le distruggeremo una per una per non diventare troppo produttivi. che ci siamo già presi in giro abbastanza. cercando di convincerci che fosse tutto. unico. insuperabile. e invece questa città ci mastica e ci vomita e ci rimangia per poi vomitarci nuovamente. senza mai fine. questa città che è il mondo intero. siamo cannibali. corpi in autocombustione. ci ripetiamo ogni giorno le stesse parole. le stesse promesse. la stessa speranza che domani sarà migliore. e continuiamo a crederci perchè non ci resta nient'altro da fare. ma Vita mia non preoccuparti. non sei triste. non fai schifo. sei solo una puttana con seri problemi di equilibrio mentale. non offenderti, a me vai bene così. altrimenti ti avrei già ucciso. tienimi ancora compagnia in queste notti da lanciare a centoquarantachiloemtriorari. che le luci autostradali schizzano ai bordi di quest'astronave decappottabile comesefosserotutteattaccatepropriocosìcomel'hoscritto. torneremo a casa insieme. giusto il tempo di gridare alle stelle una canzone eroinomane. che ho preso la grande decisione di annullare la mia vita. giusto il tempo di una foto con gli occhiali da luna. che siamo fatti al contrario, che vuoi farci. ridiamo invece di piangere e piangiamo al posto di ridere. passiamo il tempo con persone che non valgono un cazzo e diciamo addio a quelle che potrebbero restare per sempre. continuando a distruggerci il corpo per salvarci l'anima. per vivere. per sopravvivere. stasera abbiamo bevuto campari al posto del martini perchè avevamo voglia di rosso sangue. perchè avevamo voglia di sporcarci. che a restare puliti non c'è nulla di interessante. quindi, Vita mia, sporchiamoci pure. e copriamoci di tutti i peccati più immorali. commettiamo tutti gli errori peggiori. consapevolmente. senza pensarci. che a volte pensare fa più male che bene. dimmelo tu: non pensare, fatti. Vita mia, sporchiamoci. ma prima sposiamoci. per tradirci, per amarci per sempre, fedeli alla nostra linea d'infedeltà. lo sappiamo bene tra me e te. senza doverci mai spiegare. senza doverci mai piegare l'uno all'altra. in questa continua lotta alla pari con le stesse armi, le stesse ferite, gli stessi graffi al cuore.