sezioni le mie parole
come vorrei facessi
con la mia
carne
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
di eserciti di quattro cinque persone. della realtà oltre la verità. di stelle che cadono senza fare rumore. del sole di dicembre e di desideri distorti. di noi che siamo stati ingoiati e risputati trasformati. dei silenzi che ci devastano e delle assenze come presenze costanti. delle vene che non si tagliano bene e della rinuncia di un dio imperfetto. di anime rifatte e mani che tremano. del vivere oltre l'esistere.
Estremamente eccitante veder scorrere brillanti rivoli rossi laddove ora solo parole accarezzano la tua pelle.
RispondiEliminaE la paura non arriverebbe nell'immergere i tuoi occhi nei miei, ma nella consapevolezza pura che regole non esistono e che, questa volta, potrebbe non esserci nessuno a fermare ciò che non vogliamo sia fermato.
Perchè la fame non si placa con le briciole dei nostri esseri o con i contorni di pagine già scritte. A volte non fa altro che amplificare il nostro dolore che dall'interno ci divora cercando una rabbia che conosciamo nelle impronte delle nostre mani e nelle mani di chi alle spalle ci ha fermato.
E non ci sarebbe miglior cura a questa continua ricerca, che fondersi, smettendo di sezionare le tue parole e toccando ora la carne, facendola battere sotto le mani, non premeditando ne commisurando l'immediato futuro.