19 ottobre 2009

e' quando si dorme che si dice davvero la verita'

e poi mi chiami mentre sto dormendo per sorprendermi mentre sono più tranquillo. mi addormento con due gocce sugli occhi e il giorno dopo non ricordo una parola di quello che ci siamo detti. ricordo solo un ci vediamo presto. ricordo solo un certe volte mi dimentico di te ma quando mi accorgo della tua assenza le cicatrici tornarno a fare molto male. ho ridipinto le pareti di un bianco coca per disinfettarle delle vite precedenti. mi hanno fatto un contratto d'affitto turistico come a dirmi in anticipo che neanche questa città potrà appartenermi davvero. questa città gentile e violenta. questa città dalle mille facce indefinibili. questa città che ha il mio stesso volto. ieri sera un tizio voleva buttarsi dal balcone ma le guardie, così qua chiamano gli sbirri come per disprezzarli con educazione, sono riusciti a condannarlo di nuovo alla vita. me lo ha raccontato il tipo del chiosco dove la mattina bevo il caffè e che da una settimana è la prima e unica persona a darmi il buongiorno. nel frattempo due bambini facevano i pugili in mezzo alla strada prima di andare a scuola ma senza giocare. ha vinto quello per cui tifavo, quello più piccolo, il più debole ma solo all'apparenza. decine di turisti ci fotografano con i nostri libri di Bukowski e Buzzati in mano sotto l'elefantino in piazza duomo come se fossimo parte del tutto. gli schizzi d'acqua che volano oltre la fontana e tutto intorno sembra non smettere mai di piovere. tutti questi carabinieri poliziotti e militari che presidiano le strade e le piacce e sembra di stare in guerra. in realtà la sensazione è quella di stare in un enorme carcere all'aperto. con il coprifuoco alle nove per i nostri cuori per la paura di farci del male. il coprifuoco per i nostri cuori ma non per i nostri corpi che hanno bisogno di farsi del male. i piccoli negozi sottocosto dei pachistani ricavati dalle camere da pranzo delle loro case sono la nostra salvezza. lì ho scoperto che la loro carne in scatola è molto più buona della nostra. che queste foto e queste parole ci regalano la nostra piccola e misera fama ma non ci tolgono la fame. mi telefoni per dirmi che hai visto le mie foto in mostra a milano e le mie parole a bologna ma non hai visto me. che è già tanto se riesco ad arrivare a palermo per sentirmi dire da critici e giornalisti che le mie parole sono splendide e per chiedergli si ma i soldi quando arrivano? per sentirmi rispondere magari più in là. nel frattempo disseminare la città dei nostri curriculum per promuovere le nostre capacità nei lavori più miseri e sentirci dire si, andresti bene ma magari più in là. il proprietario di casa che vuole i soldi dell'affitto ma magari subito e non più in là. e mentre tu sogni di fare la giornalista e raccontare cosa succede nel mondo io ho finito tutti i passi per disintossicarmi definitivamente dalla televisione e dai giornali e di quello che succede in giro non me ne fotte più di tanto. che il mio mondo è grande quanto il campo di ricezione dei miei sensi. e chissà se sarà più interessante questo post o l'articolo in cui scrivi che il presidente si è scopato un'altra sedicenne e adesso sta per farsi una legge in base alla quale le massime cariche dello stato possono scoparsi chi cazzo vogliono. chissà. io punto sulle tue parole.

3 commenti:

  1. Io invece punto su di te,che forse sei l'unico che riesce ancora a stupirmi, ogni giorno,con il primo messaggio,che a sorpresa è l'unico che mi mette di buon umore..e anche qui è un continuo sentirsi dire "le faremo sapere"..si ma quando? Nel bancomat è rimasto l'essenziale per vivere un'altra settimana, e anche io ringrazio i pachistani ma per il lambrusco..il cibo me lo manda ancora Papà, finchè non si stanca..di tornare non se ne parla..ma di scappare nuovamente si..aspettati una sorpresa..qualcosa te l'ho già accennata..ma sia la destinazione che il periodo sono ignoti..che dire più, se ti serve una bici, posso rivendertene una "usata" di qualsiasi colore tu la voglia, per il prezzo possiamo negoziare..ihihhi..hai vinto, non mi hai sconvolto, mi hai STUPITO! Ma resta il fatto che siamo comunque avanti..ti voglio bene!

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  2. E rimango a stringermi le mani nelle mani. Con l'impotenza di chi vorrebbe e non può. Scorro con gli occhi le mie giornate, assenti nelle tue. Le parole scritte in una lettera e mille pensieri che mi mancano in contemporanea. Le vite possono disperdersi anche dentro un nuovo giorno. Ma rimane sempre quel senso di lontananza, mi mancanza che a tratti è dolore. A volte è scelto, a volte no. E vorremmo che tutto non girasse attorno ai soli, ma sono quelli che ci mancano per essere tranquilli. E si parlano nuove lingue e si cercano nuovi mezzi per buttare il nostro corpo, ancora freddo, nel calore di qualcosa.

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  3. Mi ricorda la visione di una città,la mia,tanto lontana nel tempo non qunto nello spazio e la mia voglia di osservare la vita non nei clamori dei giornali,dei nomi importanti,ma per le strade,riflessi sbiaditi di vetrine lussuose dai borghesi contorni di visi sui vetri,mentre tuttp intorno la realtà rimaneva a galla su sopra i tetti delle case,negli scantinati,ai bordi delle strade.Almeno le fogne allora erano popolate di idee in qualcosa in cui credere e la possibilità di scelta te la davano.Ora il finto ha coperto ogni risorsa e rimango fermo nella natura,lontano dalla gente,col calore della mia nima che ne è il velluto e quel vetrato che stride con la rabbia appresso,stampata su di un asfalto che npn ha più sapore,dove i posti per sdraiarsi e per leccarlo sono svaniti.Si la vita è Adesso e lo sarà domani come adesso è,ma è Adesso

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