21 settembre 2009

in fondo non è poi così brutto come sembrava

le mura del vecchio castello si innalzavano a strapiombo a circa ventiquattro metri d'altezza sulle rocce sottostanti. la luna piena alta in cielo illuminava il suo volto di una debole luce. solo la brace della sigaretta che stava fumando seduto sulle mura con le gambe sospese nel vuoto, di tanto in tanto illuminava un pò di più quel triste volto. staccò gli occhi da quella palla bianco sporco e guardò di sotto. la paura che sin da bambino gli faceva tremare le gambe era del tutto scomparsa. d'altronde, non c'era più nulla di cui aver paura. provati tutti i dolori possibili, la paura non diventa che il ricordo di una sensazione. un'improvvisa voglia gli crebbe in corpo. era la voglia di cadere giù, di schiantarsi sulle rocce di sotto e poi...non sentire più nulla.
mentre fissava il vuoto, una serie di immagini e pensieri gli attraversò la mente. l'amore acerbo che lo aveva sorpreso nel periodo più spensierato della sua vita. quello consapevole e matura che lo aveva colpito in pieno cuore per regalargli le gioie più grandi e che lo aveva lasciato morente e con cictrici che sarebbero rimaste per sempre. vide il volto di una donna segnato dalle lacrime e quello sorridente e puro di una bambina dai capelli biondi. si ricordò di tutti i peccati che aveva commesso nella sua breve vita e di tutte le volte che si era sporcato le mani e l'anima nei modi più riprovevoli. vide il cadavere insanguinato di chi un tempo aveva camminato al suo fianco lungo la strada che attraversa la giovinezza. i volti di chi gli era stato accanto che adesso sorridevano a migliaia di chilometri da lì. si ricordò della prima sbronza, del primo acido, della prima volta che aveva scopato e della prima in cui aveva fatto l'amore. della prima sigaretta, della prima volta che aveva pianto davvero, del giorno in cui aveva conosciuto la morte, della prima volta in cui aveva capito che se dio esiste oppure no a lui non fotteva un cazzo e di quella in cui era arrivato alla conclusione che questo mondo è fatto male e che lui non avrebbe fatto più niente per provare a cambiarlo. pensò a quelle due mani che tante volte avevano asciugato le lacrime sotto i suoi occhi e che nessun altro lo aveva più visto piangere. pensò ad una voce che non aveva mai sentito ma che gli scriveva da lontano, capendolo forse più di quanto avesse fatto chiunque altro senza averlo mai conosciuto davvero.
si toccò la cicatrice sul polso sinistro e provò di nuovo i dolori che aveva sentito dentro ogni volta che l'aveva riaperta con una sigaretta. si guardò le mani e poi si toccò la bocca, gli occhi, si annodò tra le dita i capelli lunghi e poi si mise una mano sul cuore che batteva tranquillo. si ripetè a voce bassa il suo nome e la sua data di nascita. perchè ciò che gli restava era tutto lì. sè stesso. niente di più. guardò di nuovo la luna e poi ancora di sotto. chiuse gli occhi. attese un attimo. poi saltò giù. ma dall'altra parte. si voltò e sputò nel vuoto.
era uno sputo in faccia a dio, al destino, al futuro, al passato, a chi non gli aveva dato abbastanza, a chi era fuggito impaurito, a chi si era arreso, a chi non ci aveva mai provato.
accese un'altra sigaretta, si voltò e andò via con di nuovo negli occhi l'odio e la voglia di vivere di chi non ne ha mai abbastanza e trova sempre la forza per rialzarsi e stringere di nuovo i pugni, sapendo però anche aprirli per regalare carezze.
non era ancora il momento di regalarsi la fine.



tu non mi credi però sai
conosci bene
qual'è la fine che volevo
anche se no, non mi conviene

10 commenti:

  1. Ho tra le mani più di ciò che avrei voluto..tu mi hai dato questo senza neanche accorgertene. E non poter fare niente per aiutarti mi rende la persona più inutile sulla faccia della terra. Ma se è questo che vuoi,beh..forse ti capisco,o forse no! Ma sai meglio di me che buttarti da quelle mura non sarebbe servito a raggiungere la fine..magari sarebbe stato solo l'inizio di una nuova sofferenza anche se solamente fisica per te. Io invece ho inseguito un gatto per cercare di mandare i miei pensieri altrove,e per qualche minuto è stato anche facile. Ma ormai mi conosco,e credo anche di conoscere qualcun'altro e i suoi silenzi che a volte valgono più di un milione di parole. E immaginavo anche questo post,anche se forse lo immaginavo un tantino più duro. Ma in realtà sotto la maschera da duro credo che ci sia qualcosa di.. Cmq ricorda che la persona più importante per te sei TU,questa è l'insegnamento migliore che mi abbiano dato, e questa frase non me l'ha detta una persona qualunque, ma la persona più bella che abbia mai conosciuto. Spero che il "Buon giorno" inizi prima o poi..

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  2. noto una normalizzazione nella stesura.evoluzione?parentesi?

    non era ancora il momento di regalarsi la fine.
    assolutamente mi piace.

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  3. parentesi, direi. è come scrivo al di fuori del blog.

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  4. Nessuno meglio di noi conosce se stessi. Ma abbiamo ancora il desiderio, quasi il bisogno fisico di dolore, che altri ci comprendano. Ci conoscano. E' coma una fame che cresce dentro, il bisogno di condivisione che non troviamo nelle mani di chi amiamo e negli occhi in cui ci buttiamo. Non possiamo far altro quindi che cercare di terminare tutto quello che abbiamo iniziato e mai concluso. A volte in un gesto eclatante. A volte, dopo aver sfogato l'intera paura, il tormento, il dolore, rimane solo il nostro battito del cuore che iniziamo ad ascoltare. E lui è stranamente tranquillo. Ed è quello che appoggiando la mano riusciamo a seguire, quasi fosse un lait motive della nostra giornata. E per lui decidiamo di andare avanti, fondamentalemente per accontentarlo, per dargli ancora un giorno in cui poter di nuovo scegliere se battere, correre, fermarsi o allinearsi finalmente al nostro respiro.
    E continuiamo in questo a guardare i nostri piedi nel vuoto. Io ho sorriso e poi sono tornata nel cornicione. Ho trovato nuova grinta. In cosa? Avevo capito che non era il momento di regalarsi la fine perchè avrei potuto farlo in qualunque momento della mia deprorevole vita. Io potevo liberarmi quando volevo. E visto che ancora riuscivo a reggere sulle mie gambe il dolore, non ero ancora arrivata a quel limitare che mi obbligava a salvarmi.
    Ho acceso di nuovo una sigaretta e ho ricominciato a camminare, mai perdendo d'occhio il marmo bianco di quel cornicione.

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  5. ..sapevo che tu avresti colto il particolare del battito tranquillo..

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  6. Era l'unico punto fermo nell'occhio del ciclone.

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  7. Sul filo della lama tra vita e morte ti passa davanti tutta la tua vita e quando decidi che non è ancora il momento,che hai ancora porte da aprire e voglia di farlo,trovi la forza per non varcare quel filo.Mi è successo di trovarmi e non per mia decisione tra la vita e la morte e ho ripercorso la mia vita e le mie emozioni in un apparente mancanza di sensi.L'ho cercato quel filo,spesso,con la mia moto correndo come un pazzo in mezzo al bosco in discesa.Ho sputato si,non so se contro dio a cui non credo,o contro il destino,Ma nella mia mente c'era la sfida alla morte con la forza del voglio vivere,non è il momento.Il filo ha tagliato,ha lasciatoferite evidenti,contusioni,ematomi.Ma per adesso ho avuto voglia di vincere.

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  8. Toccandomi il cuore arrivo a malapena a sentire lo sterno. Non ci sono molte lacrime solo molti mal di testa. Immagino il corpo insanguinato un tempo vicino e caldo e tutte le volte che avrei voluto essere io a farlo sanguinare. Ora mi sembra che ripetere il mio nome sia un sollievo. Dormire qui ed abbracciarmi forse mi permetterà di arrivare fino al cuore. Tra poco verrà freddo e potrò ancora dare la colpa alle stagioni.
    Però sorrido senza una ragione ed è la ragione migliore.

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  9. belle le ultime parole finali..
    mi fanno pensare..
    mi fanno ricordare..

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  10. Lieta di essere riuscita a strapparti un sorriso..

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