7 giugno 2009

silenziosamente dentro una nuova pelle

ci conteremo a vicenda i capelli bianchi cresciuti per il troppo qualcosa. evidenziando le parole più insignificanti dei nostri discorsi. l'inchiostro non finirà mai. ne verseremo a litri su queste pagine bianche da imbrattare con i nostri pensieri più distratti. mischiandolo alle lacrime di gioia e a quelle di infelicità. alle lacrime di sangue che fuoriescono dalle ferite che ci provochiamo per eccesso d'amore. solo chi si ama davvero è capace di farsi così male. chi si ama a metà può soltanto essere felice per sempre. indosseremo un casco integrale per non farci male alla testa ma dimenticheremo di proteggerci il cuore. il passatempo preferito nelle nostre notti insonni sarà scopare e traforarci le vene. i fantasmi che ci girano intorno non riusciranno mai a capire. che tutto ciò che accade agli altri a noi accade amplificato mille volte. che non abbiamo armature abbastanza resistenti per uscire vittoriosi dalle nostre guerre personali senza ferite sull'anima. che siamo così forti da riuscire ad arrenderci davanti a qualunque cosa. che non fuggiremo da nessuna battaglia pur sapendo di perderla. le mie mani tremano quando i tuoi occhi si fermano suoi miei. perchè cancellano ogni insicurezza e portano via tutte le mie paure. non mi viene più voglia di perdermi in un bicchiere che non sia d'acqua. e non scappo più dalle emozioni che ci dà un sole che muore all'orizzonte. aiutami a cambiare pelle ancora una volta e rinascerò più
forte e con la giusta dose di indifferenza verso chi non mi dà più niente. le parole possono ferire ma i silenzi possono fare molto male. quei silenzi assordanti che dilatano il tempo. le parole che potrebbero spezzarli ci muoiono in bocca. che tutto quello che scrivo è il monumento che innalzo in loro memoria. queste pagine sono lapidi. ogni volta che mi chiedi cosa sto pensando una frase nasce nella mia mente e và a schiantarsi contro il muro delle mie incapacità di espressione interpersonale. pensare così tanto da non avere come farle uscire, tutte quelle parole. tranne che con l'inchiostro. che potrai collezionare tutti i miei silenzi e rivenderli al miglior offerente senza ricavarci alcun guadagno. oppure abituarti e imparare a leggere tra le righe. tra gli sguardi, tra le mani che si sfiorano e si stringono, tra gli abbracci, tra le labbra che si toccano. tra i miei occhi che hanno perso la capacità di piangere. momentaneamente, forse. che in questi giorni mi viene spesso di chiedermi come sarà tra dieci anni. quando non ho la minima idea di come sarà domani. che cazzo ci lamentavamo della routine quotidiana, quando adesso questa instablità ci sta uccidendo. che i mesi si staccano dal calendario appeso alle pareti e vanno a schiantarsi sul pavimento in silenzio. il tempo che passa non fa rumore ma scava crateri sul terreno incolto dei nosri futuri. che siamo incapaci di vedere lontano. i nostri occhi hanno una lunghezza focale massima di una settimana. poi, ci resta solo l'immaginazione. ci resta solo l'illusione.

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