18 marzo 2010

i manichini in fila si vestono di sorrisi alla moda. chissà quanto siamo lontani adesso. c'erano tracce di vita ovunque e l'unica cosa che mi mancava era il sapore di un caffè decente sulle sue labbra. quando mi hai portato a vedere ciò che non era più mare ma era diventato oceano. quando tenendomi per mano mi hai accompagnato fino alla fine del nostro cammino di Sant'Ago. la Parigi-Dakar alcolica e poi restare affascinati dall'ombra di una devozione. che piove sempre ma dolcemente. contaminarti con le mie parole che lette da te suonano addirittura dolci. imparare nuovi modi di dire, nuovi modi di fare, nuovi modi di vivere, nuovi modi di amare. mi scrivono per dirmi che la mia terra sta crollando e gli avvoltoi promettono case, ricostruzione e una canzone che scalerà le classifiche. aggiungono che troverò un tappeto di rifiuti ad accogliermi e mi chiedo da solo perchè mai dovrei tornare indietro. quando mi accompagni in aereoporto mi fai arrivare tardi all'imbarco. dici che ogni tanto è bello sentire chiamare forte il proprio nome e sentire che siamo attesi da qualche parte da qualcuno. mentre penso che ogni tanto gli aerei bisognerebbe avere non soltanto il coraggio di prenderli ma anche di perderli. chissà perchè ogni volta salutarsi è come abbandonarsi. e chissà chi ha ragione quando prima di voltarti io ti dico addio, tu mi dici ciao.

1 commento:

  1. ..chissà, forse sarà vero che le nostre 'città finiscono ai bordi degli aeroporti'..

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