30 giugno 2009
quel difetto dava un certo fascino ai tuoi sorrisi più falsi
affidiamo le nostre anime a imprese di distruzione. i nostri cuori bisognosi di una ristrutturazione. io lavoro sodo e solo. tu fa la tua parte e sparisci quando sarà il momento. troverò un'altra bocca per le mie foto. le tue spariranno in fondo al cassetto degli oggetti del passato. intanto studio un modo per mostrarti il mostro che disconosci. contando una a una le volte che mi guarderai intristita. quegli sguardi saranno il mio respiro. rendersi nonamabile per potere continuare a vivere. farti del male adesso per non ucciderti nel tempo. non chiedermi dove sta il problema perchè tanto non troveresti la soluzione. il problema è che tu non sei la dissoluzione che attendo.
27 giugno 2009
"questo è tutto ciò che abbiamo fatto: abbiamo giocato, come a mamma e papà"
amare a caso perchè non c'è nient'altro da fare. restare a scopare fuori casa e risvegliarsi in letti sconosciuti. letti disfatti in cui ci si è addormentati fatti. e tu sei così gentile da portarmi il campari a letto. così delicata da svegliarmi con un bacio a bocca aperta molto particolare. e quel buongiorno a bocca sporca che viene dal basso. così pornograficamente amorevole. perchè non ci siamo mai detti quelle due parole. perchè non abbiamo mai passeggiato mano nella mano. ci siemo sempre tenuti le nostre insicurezze. mettendo da parte ogni goccia di mare caduta dal cielo. senza chiederci mai di capirci. abbiamo solo sperato di rapirci. incendiando le notti dei nostri incontri occasionali. evitando l'inutilità degli scontri patetici. le discussioni importanti lasciamole a chi si ama nel senso comune. che si tengano pure tutte le ipocrisie di coppia. a noi bastano i morsi senza rimorsi. le passeggiate urbane in cerca di uno spacciatore. e tenersi la fronte per vomitare meglio. gettarci nudi nel mare notturno per riprenderci dagli eccessi di vita. e vivere ogni giorno come se fosse il primo. oppure l'ultimo, come preferisci. mentre i ricordi si disperdono e ci si disconosce ogni giorno di più. che in fondo era solo una scena di un film fatto in casa. una lunga scena ma pur sempre e soltanto un frammento. buona la prima. adesso via con le comparse.
23 giugno 2009
la tua presenza è piacevole come il bacio di una zanzara
in queste notti estive, che il caldo ti si appiccica addosso, vai a dormire che la notte è già giorno. butti tutti i vestiti sulla sedia accanto al letto, chiudi la luce e chiudi gli occhi. silenzio. pochi attimi di silenzio. e una zanzara inizia a ronzarti attorno. la senti volare nell'aria, in cerca del punto giusto della tua pelle su cui poggiarsi e iniziare a succhiare un po' del tuo sangue. un po' di quel sangue che di questo periodo contiene sempre una buona percentuale di birra, campari, gin, vodka, tequila, rum. sorridi. fantasticando sul fatto che se i carabinieri fermassero quella zanzara a un posto di blocco, l'arresterebbero per volo in stato di ebbrezza. ciò non diminuisce il fastidio che quella zanzara ti dà. quell'insignificante insetto che si ostina a ronzarti attorno. la tua presenza dà lo stesso fastidio di quella zanzara. la tua presenza è piacevole come lo è un suo bacio. quella zanzara adesso è morta spiaccicata sul muro accanto al mio letto. resta lo stesso fastidioso prurito che mi danno le tue parole. ma anche la soddisfazione di averla definitivamente schiacciata. a te, non posso schiacciarti ma posso scacciarti. prima che tu possa bere un altro po' del mio sangue. non ho risorse sufficienti per vedere in macro quel minuscolo animale contorcersi per i miei colpi. ma posso girare al contrario l'occhio elettronico che posseggo e il risultato è molto molto simile. lo stesso faccio con te. con te che non vuoi andare via. con te che voresti restare.
7 giugno 2009
silenziosamente dentro una nuova pelle
ci conteremo a vicenda i capelli bianchi cresciuti per il troppo qualcosa. evidenziando le parole più insignificanti dei nostri discorsi. l'inchiostro non finirà mai. ne verseremo a litri su queste pagine bianche da imbrattare con i nostri pensieri più distratti. mischiandolo alle lacrime di gioia e a quelle di infelicità. alle lacrime di sangue che fuoriescono dalle ferite che ci provochiamo per eccesso d'amore. solo chi si ama davvero è capace di farsi così male. chi si ama a metà può soltanto essere felice per sempre. indosseremo un casco integrale per non farci male alla testa ma dimenticheremo di proteggerci il cuore. il passatempo preferito nelle nostre notti insonni sarà scopare e traforarci le vene. i fantasmi che ci girano intorno non riusciranno mai a capire. che tutto ciò che accade agli altri a noi accade amplificato mille volte. che non abbiamo armature abbastanza resistenti per uscire vittoriosi dalle nostre guerre personali senza ferite sull'anima. che siamo così forti da riuscire ad arrenderci davanti a qualunque cosa. che non fuggiremo da nessuna battaglia pur sapendo di perderla. le mie mani tremano quando i tuoi occhi si fermano suoi miei. perchè cancellano ogni insicurezza e portano via tutte le mie paure. non mi viene più voglia di perdermi in un bicchiere che non sia d'acqua. e non scappo più dalle emozioni che ci dà un sole che muore all'orizzonte. aiutami a cambiare pelle ancora una volta e rinascerò più
forte e con la giusta dose di indifferenza verso chi non mi dà più niente. le parole possono ferire ma i silenzi possono fare molto male. quei silenzi assordanti che dilatano il tempo. le parole che potrebbero spezzarli ci muoiono in bocca. che tutto quello che scrivo è il monumento che innalzo in loro memoria. queste pagine sono lapidi. ogni volta che mi chiedi cosa sto pensando una frase nasce nella mia mente e và a schiantarsi contro il muro delle mie incapacità di espressione interpersonale. pensare così tanto da non avere come farle uscire, tutte quelle parole. tranne che con l'inchiostro. che potrai collezionare tutti i miei silenzi e rivenderli al miglior offerente senza ricavarci alcun guadagno. oppure abituarti e imparare a leggere tra le righe. tra gli sguardi, tra le mani che si sfiorano e si stringono, tra gli abbracci, tra le labbra che si toccano. tra i miei occhi che hanno perso la capacità di piangere. momentaneamente, forse. che in questi giorni mi viene spesso di chiedermi come sarà tra dieci anni. quando non ho la minima idea di come sarà domani. che cazzo ci lamentavamo della routine quotidiana, quando adesso questa instablità ci sta uccidendo. che i mesi si staccano dal calendario appeso alle pareti e vanno a schiantarsi sul pavimento in silenzio. il tempo che passa non fa rumore ma scava crateri sul terreno incolto dei nosri futuri. che siamo incapaci di vedere lontano. i nostri occhi hanno una lunghezza focale massima di una settimana. poi, ci resta solo l'immaginazione. ci resta solo l'illusione.
forte e con la giusta dose di indifferenza verso chi non mi dà più niente. le parole possono ferire ma i silenzi possono fare molto male. quei silenzi assordanti che dilatano il tempo. le parole che potrebbero spezzarli ci muoiono in bocca. che tutto quello che scrivo è il monumento che innalzo in loro memoria. queste pagine sono lapidi. ogni volta che mi chiedi cosa sto pensando una frase nasce nella mia mente e và a schiantarsi contro il muro delle mie incapacità di espressione interpersonale. pensare così tanto da non avere come farle uscire, tutte quelle parole. tranne che con l'inchiostro. che potrai collezionare tutti i miei silenzi e rivenderli al miglior offerente senza ricavarci alcun guadagno. oppure abituarti e imparare a leggere tra le righe. tra gli sguardi, tra le mani che si sfiorano e si stringono, tra gli abbracci, tra le labbra che si toccano. tra i miei occhi che hanno perso la capacità di piangere. momentaneamente, forse. che in questi giorni mi viene spesso di chiedermi come sarà tra dieci anni. quando non ho la minima idea di come sarà domani. che cazzo ci lamentavamo della routine quotidiana, quando adesso questa instablità ci sta uccidendo. che i mesi si staccano dal calendario appeso alle pareti e vanno a schiantarsi sul pavimento in silenzio. il tempo che passa non fa rumore ma scava crateri sul terreno incolto dei nosri futuri. che siamo incapaci di vedere lontano. i nostri occhi hanno una lunghezza focale massima di una settimana. poi, ci resta solo l'immaginazione. ci resta solo l'illusione.
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