13 febbraio 2009

nient'altro che una formalità astratta

tum-pah tum-tum-pah. devi tenere il tempo. è importante per riuscire a fuggire. lineare e fluido. su la schiena. più morbido con quel polso. ma alla fine, è una formalità o una questione di qualità? boh, non sono mai riuscito a capirlo. nel dubbio io mi tengo i capelli a metà e bevo caffè e fumo sigarette solo quando posso permettermelo. nel dubbio vado anche al congresso del pd ma poi faccio finta di votare di pietro. anzi, mi sa che faccio finta di votare tutti. io il tempo nel sangue non ce l'ho. non quello giusto per riuscire a sfuggirgli. ma ne ho abbastanza da potergli tenere testa per un po'. perchè in compenso ho l'orgoglio, che forse fa più male che bene. come quando hanno smesso di farmi i regali di natale, dato che non credo in dio. ma anche questo, non è che una formalità? oppure no? boh. forse è semplicemente una deviazione. come quella piazza colma di gente. dove ti porterei a vedere le luci delle esplosioni armoniche. dove il sacro non solo si mischia al profano ma anche agli affari. e la gente grida per le strade e sembra indemoniata, invece è solo rapita dall'estasi della fede. e sono tutti devoti, tutti. almeno per una settimana. il tempo nel sangue per sfuggire a questo ce l'ho. ce l'hai anche tu, già. per fortuna. ma mi incolpavi del fatto che io avevo anche l'odio. e che ci vuoi fare. anche il mio odio, non è che una formalità astratta. ci vorrebbe troppo per metterlo in pratica tutto. e poi a cosa servirebbe? meglio brindarci insieme e bere alla sua salute. se ne starà buono buono, inebriato dalla birra e ipnotizzato dalla bellezza di un corpo sfuggevole.

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