4 maggio 2009

lasciamo le parole libere di farci del male. mentre oggetti vari compiono i loro voli improvvisi e improvvisati. ma tutto finisce a schiantarsi da qualche parte. le grida sospese tra i fumi che avrebbero dovuto calmarci. che dopo l'innamoramento c'è l'odio. che poi per tornare ad amarsi bisogna finire in un letto. dimenticare i dispiaceri con i gemiti di piacere. poi restare in silenzio. come bambini spaventati. a tremarci tra le braccia. le parole sottovoce per paura di farsi ancora del male. gli occhi che scavano voragini. queste carezze che scavano solchi sul viso e sul cuore. battersi i pugni sulla testa perchè siamo fatti così. farlo solo quando nessuno ci vede. quando tu non mi vedi. quando non sei tu a chiedermi perchè siamo fatti così. così splendidi. così dannatamente splendidi in questo nostro suicidio quoitidiano. ogni giorno morire in questa città che ci divora poco a poco. ogni notte vivere in questo rifugio che ci avvolge. le bombe lontante che non sentiamo ma che comunque esplodono. e le esplosioni che gli altri non sentono ma che ci devastano l'anima. tu che dici di essere vegetariana ma che hai la bocca sporca di sangue. del mio sangue. perchè mi divori l'anima e il cuore. in questo rito cannibale che chiamiamo amore. scusa per la rima così banale. non volevo. e scusami se sono felice ora che non sono me. ora che i volti intorno sono cambiati e i mostri non devono più nascondersi. in queste notti delle streghe in cui le streghe non fanno più paura.

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