3 maggio 2010
alla fine è stato un drammatico bisbiglio da palcoscenico
al telefono stiamo a misurarci le distanze. non avendo più niente da dirci. sintetizziamo i ricordi creando nuove droghe. l'inadeguatezza dei nostri sorrisi e l'inutilità delle loro parole non riuscirà a scalfire la nostra voglia di farci del bene e del male. di farci nel bene e nel male. con le nostre emozioni desaturate abbelliremo questi appartamenti spogli pieni solo di fogli sporchi. che tanto poi li abbandoneremo come abbiamo sempre fatto con tutto. con il bisogno urgente di altre trasfusioni di voglia di vita andiamo in cerca di volti nuovi che assomiglino a quelli che abbiamo buttato via. ricicleremo i nostri corpi usati e ci aiuteremo a smettere di amare. per non ostruirci più le arterie i cuori e le anime. per danneggiare gravemente noi e chi ci sta intorno. è il nostro irreprimibile istinto alla sopraesistenza. e ci confessiamo le nostre vite tra una bottiglia di vino e un grammo tagliato male. avremo rimpianti per tutta la vita nonostante tutte le convinzioni che cerchiamo di ficcarci in testa. che quell'abbraccio resta il migliore che abbia mai ricevuto. altro che queste splendide troie da una notte. altro che queste principesse benpensanti e innocenti. abbiamo sempre amato il peccato e lo sporco. il piacere oltre il sentimento. noi che abbiamo sia sentimenti che sensazioni altrimenti non saremmo davvero vivi. è il motivo per cui non avremo mai pace. è ciò che ci spinge a godere e soffrire. ci innamoreremo di due splendide fasciste perchè restiamo due anarchici del cazzo nel senso più estremo del termine. perchè siamo davvero liberi di fare ciò che più ci viene spontaneo. tipo ordinare coca cola al bar più borghese di piazza duomo. parlando di come eravamo dieci anni fa e riconoscendoci ancora in Colla di Irvine Welsh. oggi come ieri. oggi più di ieri. ammettere che ci siamo soltanto illusi di avere dimenticato ciò che abbiamo perso lungo la strada per arrivare fino a qua. che poi questo qua a cui siamo arrivati non sappiamo nè dove nè cosa sia. tanto arrivare è sempre stato solo una scusa per ripartire. ché non abbiamo ancora abbastanza cicatrici per fermarci. ci sono ancora chilometri di strisce bianche da cancellare e litri di inchiostro da versare e cantine intere da svuotare. e lo spazio edificabile sulle nostre anime è ancora così tanto.
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