4 febbraio 2010
IN MEMORIA DI UN RE
chissà cos'altro ancora ci prometteremo. tra le corde di chitarra che si spezzano di notte senza fare rumore. come a scusarsi di avere ceduto nel momento meno opportuno. cadiamo a pezzi senza avere mai i pezzi di ricambio quando servono davvero. in questa città che sembra di stare in Spagna ma senza la sangria, la paella o i separatisti baschi. come passare per Corso Sicilia ed avere la sensazione paradossale di essere a Milano. i treni che ci passano sotto la moquette logora rosso sangue e che ci fanno tremare le mai ma meno dei nostri timori più insensati. abbiamo preso la cattiva abitudine di sfiorarci e perso la vecchia usanza di incontrarci di rado. di scontrarci di rado. tra queste pagine si aprono voragini profonde come i nostri buchi di memoria. come i buchi in cui si accumula polvere bianco sporco disciolta. mi telefoni di notte e mi dici che gli hanno sparato in testa e che queste cose non dovrebbero succedere più che cazzo non siamo più negli anni settanta ottanta novanta. il mio primo pensiero è che adesso dovrò trovarmi un altro punto vendita e và bene ho capito non preoccuparti adesso lasciami dormire. tanto domani ne resteranno giusto due righe sul quotidiano locale. perchè i fatti che formano la realtà che ci tocca non si raccontano. e soprattutto, non sparano mai in testa alle persone giuste.
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E rimane solo un bacio di un amico sulla guancia dell'altro. Il ricordo dei raggi di luce riflessi in un paio di occhiali neri specchio. Le voci nella testa delle risa al mare.
RispondiEliminaA volte rimane la sensazione di già vissuto o dell'acqua che scorre sull'olio.
Non so quale delle due notizie faccia più male. La perdita fisica o quella delle emozioni.
Mi dispiace.
RispondiEliminaDico davvero.
Ciao,
LL
il re del titolo è semplicemente la corda di chitarra spezzata (nda)
RispondiEliminaDio, le tue parole sono roccia.
RispondiEliminala storia sono loro.
RispondiEliminase non si alza la voce noi non siamo un cazzo.