13 agosto 2010
quando parliamo del futuro di che cazzo parliamo. sulle corsie preferenziali dei nostri silenzi si allontanano a folle velocità le possibilità abbandonate. e noi fermi a bordo strada. aspettando un passaggio che non so se verrà ma non credo che venga. e la metrica lo stile la forma la dizione la struttura dell'immagine e chi cazzo se ne fotte. la realtà. la realtà, porca puttana. la realtà è che non siamo un cazzo. la realtà è che possiamo solo accontentarci. delle parole riclate e scopare sempre negli stessi posti. che chissà chi ci hai portato prima, dici. metti da parte i sorrisi per quando non saremo più noi. per quando non ci sarà più nulla di inaspettabile. per quando il dramma si sarà consumato del tutto. e dio, se ci sarà bisogno di ridere. oltre il disgusto. oltre il senso comune di morale che ci dà la nausea. nel frattempo non regalargli neanche un sorriso. non una lacrima. soltanto parole come sputi in faccia. anche se tutti gli altri sono stati ingoiati e poi trasformati nonostante i loro buoni propositi iniziali. nonostante la cazzata del noi non saremo mai come loro. anche se non c'è nulla di immutabile e niente torna mai indietro. che ti terrei con me una vita intera e invece ti raggiungeranno solo le mie parole peggiori e non mi riconoscerai neanche. dopo il silenzio che ha devastato le nostre migliori intenzioni.
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