8 febbraio 2009

e se poi si spegne tutto?


hanno dovuto bendarci gli occhi con i fogli dei giornali del giorno prima, perchè non vedessimo più la strada che si estendeva davanti a noi. i nostri spasmi di vita erano insopportabili movimenti, insostenibili per la stabilità a cui ci stavamo condannando. adesso potremmo anche drogarci, nei vicoli oscuri o nelle piazze luminose. potrei anche coltivare quest'odio che per necessità deve sostituire l'amore. potrei anche sperare nello schianto mortale di un aereo in fiamme. potrei anche violentare la cassa acustica della mia chitarra sporca di inchiostro. potrei anche arrivare a un milione di battute esclusi gli spazi bianchi che non dicono niente ma dicono sempre più delle tue parole ingiallite. adesso potrei anche guardarvi da lontano e vedere cosa siete davvero. ipocriti falsificatori di sentimenti a strati. potrei scattarvi una foto illuminandovi con luci rosse e blu. quel che ne verrebbe fuori è un vuoto che non potrete colmare con i vostri corpi che non mi appartengono più. queste vecchie case sanno di giovinezza e incontrollabile gioia. ma sono troppo piccole perchè ci si possa andare a vivere per sempre. c'è bisogno di un posto nuovo. c'è bisogno di formattare i ricordi e ricominciare tutto dall'inizio. conservare solo l'odio e cancellare i bei ricordi di un tempo che non c'è più. strappare via quei fogli di giornale e iniziare a correre verso altri luoghi. e non venite a dirmi come state e cosa fate ora. tenetevi le vostre belle parole e conservatele per nuovi rapporti a tempo determinato. e se poi si spegne tutto? resterà il buio in cui inventarsi nuovo. e se poi si spegne tutto spereremo che non torni mai più la luce intermittente delle tue insicurezze. approfitteremo del buio, per prendere senza essere visti e scappare via indisturbati. puff...scomparso. dov'è che è andato? non importa, lasciatelo andare. ed un cinico sorriso si allontanerà piano piano, portando con sè quel che è stato rifiutato.

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